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Lettera aperta alla città

Generalizziamo lo sciopero!
Riteniamo che in questo momento sia giusto e possibile che le
studentesse e gli studenti universitari, mobilitatisi in tutto il
Paese, si facciano portavoce della protesta generale per
generalizzarla. È necessario infatti estenderla al di fuori
dell’università e coinvolgere tutti i soggetti poiché le conseguenze a
cui potrebbe portare la “legge 133/08”  e il “decreto Gelmini 137”
riguardano tutti noi.
La scuola è alla base della società, e dovrebbe essere totalmente
immune da tagli di bilancio. Per questo riteniamo importante
sensibilizzare le famiglie e le persone tutte, anche coloro che si
sentono distanti dalla protesta perchè ne hanno informazioni solo
parziali, creare unità nel movimento e momenti di dialogo e incontro
attraverso i quali l’università possa aprirsi alla città e viceversa.
Molti atenei e istituti superiori stanno già proponendo lezioni
all’aperto, anche a Verona ci stiamo muovendo in tal senso.

I luoghi dell’istruzione devono essere laboratori dove si genera e si
sperimenta un libero sapere ed è diritto di tutte e tutti parteciparvi
per crescere, lavorare e fare ricerca. Lo studio dovrebbe essere un
diritto e un’opportunità di riscatto sociale e culturale. L’intero
sistema scolastico rischia invece di essere smantellato e ciò non potrà
che danneggiare ulteriormente la nostra società.

Le problematiche che hanno portato a questa situazione sono
estremamente complesse, l’università ad esempio è già in crisi da anni.
Errori sono stati fatti sul piano didattico, economico e organizzativo.
Siamo giunti a dover sostenere troppi esami in poco tempo, in una
logica vicina a quella aziendale finalizzata al profitto, che non
lascia spazio all’approfondimento reale, rivelandosi deleteria per la
nostra formazione umana e professionale. Ora, in questi giorni, molti
studenti devono o vogliono seguire le lezioni, in una fase in cui
pensiamo sarebbe invece necessario fermarsi a riflettere, per agire e
ripensare l’università.

Stiamo lottando per il nostro presente e per il futuro di tutti coloro
che a scuola ci andranno. Scioperiamo perché siamo costretti e vogliamo
essere attivi in questo frangente, non perché siamo “scioperati”.

Chiediamo a tutte le cittadine e tutti i cittadini, agli insegnanti
delle scuole di ogni livello, alle lavoratrici e i lavoratori precari
della scuola e non, alle famiglie, agli studenti medi, alle realtà
culturali e sociali di Verona di seguirci nel corteo di giovedì 30
ottobre e di farlo senza bandiere di sorta. Riteniamo che il corteo
debba partire dall’Università e all’Università tornare, per ribadire
che l’Ateneo è e deve rimanere un punto di riferimento per la città, un
polo aperto.

L’università e la scuola sono di tutte e tutti.
La cultura è ciò di cui siamo affamati.

Corteo cittadino
“Non pagheremo noi la vostra crisi”.
Giovedì 30 ottobre – Concentramento ore 8.30
di fronte alla biblioteca Frinzi

(a fianco del chiostro S.Francesco – Veronetta)

Siete inoltre tutte e tutti invitati a partecipare all’assemblea
pubblica autoconvocata che si terrà all’interno dell’università alla
fine del corteo.

Assemblea studentesca autoconvocata  “NO 133”