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Report dall’Assemblea Nazionale

Report dall’Assemblea Nazionale
dell’Onda Anomala

La Sapienza Occupata | 15-16/11/2008

3 Worshop:
– Didattica e Autoriforma
– Welfare e Diritto allo Studio
– Ricerca, Formazione e Lavoro

Spunti per la discussione del Collettivo:

“NOI LA CRISI NON LA PAGHIAMO!” È stato questo lo slogan del primo mese di mobilitazioni studentesche. Un mese in cui in tutta Italia gli studenti e le studentesse si sono auto-organizzati fino a creare un’Onda Anomala che ha bloccato il paese intero.
Fin da subito è parso chiaro che l’Onda non è rappresentabile da parte di nessun partito/sindacato/gruppo organizzato di sorta e proprio questa è la sua forza maggiore.
Grazie a 3 giorni di incontri, confronti, scontri, scambi e soprattutto contaminazione di idee, l’Assemblea Nazionale ha messo in luce i nodi cui il movimento si trova davanti e ha posto le basi per la seconda parte della mobilitazione.
Una seconda parte in cui sarà fondamentale allargare il terreno di scontro a tutte le varie realtà sociali su cui l’attuale sistema capitalista intende scaricare la crisi, e soprattutto, unire alle proteste, che continueranno, delle proposte concrete.
Già da anni è in corso lo smantellamento della Welfare-State (servizi pubblici essenziali come cultura, acqua e sanità) e del Diritto allo Studio (garantito dalla Costituzione) con il conseguente impoverimento della qualità della didattica e della ricerca.
Didattica e ricerca che non devono e non possono più essere asservite alle logiche del libero mercato e su cui una riforma è indispensabile; deve trattarsi, però, di un’autoriforma gestita “dal basso” senza essere condizionata dalle emergenze del momento ma con un progetto a lunga termine.
Chi pensa (AQUIS) di spaccare il movimento cercando distinzioni inesistenti tra atenei virtuosi e non virtuosi troverà il movimento universitario compatto nel pretendere un’Università di massa e di eccellenza.
L’obiettivo non è difendere lo status-quo, cioè un sistema di potere gestito da lobbies baronali e parentali, ma mettere in primo piano una formazione che sia di tipo inclusivo, che tenga conto delle reali esigenze di chi l’università la vive e che coniughi il tempo di studio con il tempo e la qualità della vita delle studentesse e degli studenti.
Siamo studentesse e studenti, ma siamo anche cittadine e cittadini critici e coscienti della nostra precarietà. Le realtà del “Prestito d’Onore” e degli Stages non retribuiti non sono altri che i nuovi mezzi con cui vengono irrigidite sempre di più le distinzioni di classe, ostacolando una reale ascesa sociale: i poveri sempre più poveri ed ignoranti, i ricchi sempre più ricchi e potenti.

Le proposte CONCRETE all’esame del movimento sono:

– continuazione dell’opera di sensibilizzazione e di informazione della cittadinanza per rendere chiaro quanto questi temi siano centrali nella vita di tutte e tutti (volantinaggi, presidi, lezioni all’aperto, ecc…)
– razionalizzazione delle spese al fine di allargare il più possibile la copertura delle borse di studio
– ricerca di formule per l’auto-riduzione delle tasse universitarie
– richiesta di ulteriore aumento degli sconti per l’accesso alla cultura (musei, cinema, teatri, librerie, ecc…)
– creazione di una rete di scambio di libri (di testo e non) svincolata dalla logica del copy-right
– partecipazione diretta alla valutazione della ricerca
– blocco dell’approvazione dei bilanci consuntivi in ogni facoltà

Gli attuali obiettivi generali sono:

– abolizione del numero chiuso
– maggiori agevolazioni nel campo dei trasporti e delle mense
– più studentati, intesi come luoghi aperti e di socialità
– istituzione di un reddito di formazione agganciato all’inflazione reale
– STOP agli stages non retribuiti ed alle forme di lavoro precario all’interno dell’università
– abolizione dei finanziamenti statali ad università e scuole private
– valutazione della ricerca in base ai vantaggi sociali che essa produce
– autonomia effettiva ed autogestione della ricerca rispetto al mercato
– ribaltamento del concetto di meritocrazia

Per tutti questi motivi l’Onda sceglie di attraversare lo Sciopero Generale del 12 dicembre 2008 ampliando in ogni territorio il fronte della lotta.