L’università ai privati.
Riforma Gelmini, ovvero come regalare l’università pubblica ai privati.
Analisi del ddl a cura dei Collettivi della Sapienza
Ci siamo, l’università pubblica italiana quest’anno riceve il colpo di grazia! Il ddl Gelmini è stato approvato in Consiglio dei Ministri e a breve intraprenderà il suo iter parlamentare. L’attacco questa volta è devastante, in nome di una falsa idea di merito si smantella definitivamente l’università pubblica.
Mai come con questo disegno di legge vediamo regalare l’università ai privati: nasce l’università azienda. Il Senato Accademico viene svilito delle sue funzioni e poteri, assumendo un ruolo puramente formale e divenendo completamente assoggettato al volere del Consiglio di Amministrazione, come in ogni buona azienda che si rispetti. Il nuovo consiglio di amministrazione, invece, assume il ruolo di indirizzo strategico dell’ateneo, potendo decidere sulla introduzione e soppressione di corsi di studio e sedi, oltre a svolgere i suoi soliti incarichi, giudicando tutto in funzione di quello che è il suo unico obiettivo: far quadrare i conti nelle casse dell’ateneo. Al tempo stesso il Consiglio di Amministrazione sarà composto per almeno il quaranta per cento da persone “non appartenenti ai ruoli dell’ateneo”, in altri termini da privati. Si consente dunque ai privati di entrare nella cabina di regia dell’università riformata ed impossessarsi così della Fabbrica di Precari.
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