capriole parafasciste
ovvero a volte un po’ di zucchero non basta.
grottesco apologo in sei frizzanti capitoli.
capitolo I – l’antefatto
Martedì 7 dicembre, a seguito del rifiuto da parte del rettore di convocare l’assemblea di Ateneo sui temi della riforma, un gruppo informale di studenti, professori e ricercatori -alcuni tra gli oltre 2300 firmatari della richiesta- si è riunito a parlare della situazione, in un confronto che voleva essere aperto e costruttivo. Purtroppo non è stato esattamente così: l’inaspettata comparsa di rappresentanti di un gruppo politico di estrema destra, in schiera compatta e in divisa, ha funestato il clima dell’incontro, facendo degenerare il dialogo in sterile e puerile conflitto.
capitolo II – chi è chi
Il gruppo in questione era formato da militanti (non è casuale l’uso di una terminologia bellica) del Blocco Studentesco: un’organizzazione dichiaratamente fascista, sparsa in tutta la nazione e famigerata per azioni violente, anche qua a Verona, e un’ideologia improntata su inquietanti e revisionistiche nostalgie. Ne avrete sicuramente notato l’esorbitante attacchinaggio, in giro: un florilegio di accattivanti simboli e icone molto pop e gi0vani, una maschera indubbiamente simpatica. Ecco, care farfalline, cominciate a farvi un’idea di chi ci sta dietro.
capitolo III – il fatto
Tornando all’assemblea: il gruppo -una ventina di indistinguibili ragazzi, tutti con la stessa felpa da combattimento, pochi dei quali studenti dell’università-, è intervenuto essenzialmente per comunicare un’iniziativa da loro intrapresa, in totale monadica autonomia. Arrivavano direttamente dal rettorato, dove a seguito di un’incursione e un'”occupazione simbolica”, avevano -a loro dire- fatto promettere (a forza) al rettore che avrebbe convocato l’Assemblea. Il bel momento è immortalato nel quadretto qua a fianco. Di fronte a questa maschia e virilissima azione il Magnifico non potrà più tirarsi indietro, sosteneva il plotone (sempre a una sola voce). E che adesso avrebbe -sempre l’invincibile plotone- intrapreso l’iter per formalizzare la richiesta tramite i rappresentanti degli studenti. Uh! Caspita! Prendiamo atto. Che altro possiamo dire?
capitolo IV – tagliar fettine
Beh, qualcosa da dire c’è. Ed è sostanziale, perbacco! Vedete, cari funghetti, siamo in università, possiamo ben permetterci di non andare un tanto al chilo, no? Di tagliare a fettine la realtà e analizzarla per bene, con pazienza e onestà. Il punto è che qua si sta (strumentalmente?) confondendo la meta con il percorso: è importante un sano pragmatismo, certo, arrivare al risultato conta. Ma non meno importante è COME ci si arriva. Le modalità della mobilitazione fino ad adesso sono state quelle che molti di voi hanno potuto conoscere di persona, e che speriamo altrettanti possano di qui in avanti: aperte, dialogiche, disposte al confronto orizzontale con chiunque e soprattutto senza una gestione “centralizzata” e gerarchica. Tutti, nessuno escluso, sono chiamati a portare le proprie individuali idee, polemiche, obiezioni. Attenzione: individuali! Non preconfezionate emissioni di strutture politiche dell’una o dell’altra parte! Invece invece… Ecco che dal nulla, all’improvviso, un’organizzazione nerovestita fa la sua virulente comparsa chiedendo appoggio e approvazione, senza mai aver provato a condividere un’opinione, una proposta, anche una critica. Eh no, non funziona così: un percorso vero, autentico, bello (e che vada anche al di là del mero obiettivo dell’assemblea, chiaramente), richiede condivisione, graduale coinvolgimento di quanta più gente possibile, gente informata, consapevole, partecipativa e cosciente. Quindi, insomma, arrivano gli sturmtruppen a cazzo erettissimo con la soluzione infiocchettata, fregandosene di tutto ciò (o perfino temendolo?), e che altro ci rimane da dire? Prendiamo atto.
capitolo V – intransigenza
Beh, qualcos’altro da dire ancora c’è. C’è che siamo in università. Un luogo dove è lecito -di più: doveroso- pretendere un minimo di conoscenza critica delle cose, di coscienza storica, di posizioni salde. E il ripudio netto del fascismo, in ogni possibile declinazione, dovrebbe essere un dato ineccepibile. Un gruppo i cui membri -con orgoglio- si autoproclamano “fascisti del terzo millennio” è veicolo di idee e di pratiche terribili, già giudicate dalla storia, che non possono trovare spazio nel discorso democratico, nella società, nella casa della cultura. Una deriva di questo genere è semplicemente inaccettabile. Punto.
capitolo VI – mirabolante epilogo
A capo: cosa ne pensi? Cosa pensi? Pensi? Andiamo oltre queste sciocchezze, andiamoci insieme! Il percorso continua, il carrozzone non si ferma, e siano le tue idee e siano le tue parole e siano i tuoi dubbi gioioso carburante! Vieni al Presidietto Delle Libertà, davanti alla t.3, a dire la tua, a piegare il dialogo ai tuoi loschi fini, a guardarci e a lanciarci noccioline!
Baci baci, Capitan Harlock.
Collettivo Gioghi Preziosi
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2 comments
Non so come abbiano fatto a rimanere 2 ore e mezza in piedi con le braccia incrociate. Erano dei veri duri!
Comunque lunedì 13 cosa si fa? Perchè giovedì non sono potuto passare al presidio…
ciao riccardo, ho fatto inserire la tua mail nella newsletter così dovrebbe arrivare anche a te il calendario con i prossimi appuntamenti a cui parteciperanno anche riceratori e speriamo piu’ di qualche docente. a breve comunque pubblicheremo tutto anche qui sul blog e sul profilo facebook. rimani connesso 🙂