Un sabato fascista
Prologo
Come studenti e studentesse attivi all’interno dell’Università, poco più di una settimana fa veniamo a conoscenza che sabato 9 aprile, nell’aula 1.3 della Facoltà di Lettere, si sarebbe tenuta un’iniziativa di Casa Pound Italia*, organizzazione dichiaratamente fascista. In occasione della presentazione del libro “Nessun dolore. Una storia di Casa Pound”, romanzata e compiaciuta apologia mitopoietica della stessa organizzazione, la nostra Università avrebbe ospitato oltre all’autore, che di Casa Pound è militante e avvocato, i vertici nazionali della struttura, tra cui il presidente Gianluca Iannone, già condannato per rissa e lesioni a pubblico ufficiale**.
Il lunedì, insieme ai rappresentati dell’Udu, ci rechiamo in Presidenza di Lettere per comunicare a chi ha avallato la concessione dell’aula, la nostra preoccupazione e la nostra indignazione. Informato sulla reale dimensione politica e sul valore meramente simbolico dell’incontro in programma, incalzato sulla dubbia opportunità, da parte della Facoltà, di concedere spazio a chi predica apertamente violenza politica e squadrismo, il Preside Avezzù ci rassicura, facendoci intendere che si sarebbe mosso immediatamente per revocare l’autorizzazione.
In seguito ad un suo repentino quanto inspiegabile ripensamento, nel corso della settimana studenti, docenti e semplici cittadini si muovono per chiedergli di annullare l’evento. Il Preside, appellandosi alla regolarità formale della richiesta arrivata in Consiglio di Facoltà dalla rappresentante di Blocco Studentesco, ribadisce la disponibilità ad accogliere l’iniziativa di Casa Pound in nome di un supposto valore letterario del libro in questione, presunto dal solo nome della casa editrice. Si limita quindi a considerazioni di tipo formale***, lasciando, di fatto, correre.
** http://www.romagnaoggi.it/forli/2009/4/24/122149/
*** http://www.lettere.univr.it/documenti/Iniziativa/dall/dall699622.pdf
A tu per tu con il Rettore
Venerdì nel pomeriggio, a seguito di una partecipata assemblea, un gruppo di studenti e cittadini decide di rompere l’indifferenza e di partecipare ad un’occupazione simbolica del Rettorato per manifestare il proprio dissenso e l’indisponibilità a lasciare che l’Università si faccia sponda per la legittimazione di una cultura politica intollerante ed autoritaria che ha già aperto molte ferite alla città. Alle finestre vengono esposti due striscioni: “Fuori il fascismo dall’Università” e “Io non me ne frego”.
Invitato ad un confronto, il Rettore si dimostra da subito colpito per la lucidità e la fermezza degli interventi. Viene messo al corrente della natura politica di Blocco Studentesco, costola dell’organizzazione Casa Pound e dei comportamenti che, anche qui a Verona, contraddistinguono i suoi militanti, dalle minacce via posta elettronica* alle aggressioni nelle strade**. Nell’impossibilità concreta di annullare l’evento a poche ore dall’appuntamento, riconosce comunque, alla presenza della stampa, lo spiacevole scivolone da parte dell’Università, impegnandosi personalmente affinchè casi simili non si ripetano.
* http://www.circolopink.it/_img/com-504011.pdf
** http://www.radiocittaperta.it/index.php?option=com_content&task=view&id=2106&Itemid=9
Il Sabato Fascista
In una surreale atmosfera, sabato mattina va in scena il triste spettacolino autocelebrativo. L’università è completamente militarizzata: Polizia e Carabinieri schierati nell’area circostante il Polo Zanotto, molti agenti della Digos anche all’interno. Gruppuscoli di ragazzi di Casa Pound, in “divisa”, sorvegliano lo spazio, i corridoi, le entrate. L’aula è gremita di militanti provenienti da diverse province, nessuno studente comune. In tutto un’ottantina di persone. Alla lavagna e alla cattedra sono appese due grandi bandiere nere.
Un dottorando di questa Università, avvicinatosi solo ed in maniera pacata all’aula per assistere alla presentazione, riconosciuto evidentemente come corpo estraneo, viene intercettato nel corridoio e pesantemente minacciato da uno degli organizzatori. Un agente della Digos gli consiglia di allontanarsi in quanto la sua semplice presenza sta provocando nervosismo tra le fila dei militanti. Il ragazzo capisce a quel punto che è il caso di andarsene, non senza prima aver fatto rilevare all’agente come si stesse gravemente ledendo un suo diritto.Il dottorando in questione ha poi scritto al Rettore e al Preside per denunciare l’accaduto,ma al momento non ha ricevuto alcuna risposta.
Il valore simbolico
Il trionfalistico comunicato ufficiale* con cui Casa Pound e Blocco Studentesco commentano nel loro blog ufficiale la “buona riuscita” dell’evento, correlato con tanto di foto di gruppo** in posa davanti all’ingresso del Polo Zanotto, conferma quanto avevamo preannunciato al Preside Guido Avezzù ed al Rettore, ovvero il significato puramente simbolico di un’iniziativa in cui il valore letterario pressoché nullo dell’opera presentata è stato strumentalizzato al fine di portare a termine una chiara operazione politica.
Significativamente, nel comunicato non si fa cenno ad alcun contenuto del libro né si parla in alcun modo della sua presentazione. Concedendo spazio e visibilità, la Facoltà di Lettere e con essa l’Università di Verona si è prestata a questo ignobile gioco che, nell’intenzione, vorrebbe aver segnato un precedente in vista dello sdoganamento definitivo dell’ideologia fascista all’interno delle istituzioni. “Ci riprendiamo tutto” affermano i sedicenti “fascisti del terzo millenio”.
Così, ecco che a nemmeno due giorni dalla scampagnata di Casa Pound tra le nostre aule, da un noto circolo cattolico veronese, intransigente e “non secolarizzato”, arriva puntuale, insieme alle congratulazioni ai camerati per aver “demolito la presunta supremazia culturale della sinistra”, un feroce attacco ad un docente*** reo di tenere, nel suo corso di filosofia politica, “lezioni di frocismo militante”. Nello stesso articolo si annunciano iniziative di protesta, lettere al Rettore ed al Ministro Gelmini, volantinaggi di contestazione e sensibilizzazione contro l'”intolleranza omosex” e la sessualità invertita a cui orienterebbe l’Università di Verona.
Tutto questo mentre in Parlamento sei senatori della Repubblica presentano un disegno di legge per abrogare la XII disposizione transitoria e finale della Costituzione, quella che vieta la riorganizzazione sotto qualsiasi forma del disciolto partito fascista.
Epilogo: fuori il fascismo dall’Università
E’ evidente, il dialogo a cui auspica un movimento fascista come Casa Pound Italia non ha in sé altro fine se non quello di farsi strumento di legittimazione all’interno del discorso democratico con l’intenzione ultima di disarticolarlo. La libertà di parola che reclama è quella stessa libertà che vorrebbe relativizzata o negata in nome della comunità identitaria, della tradizione, della morale. Senza questa consapevolezza, appellarsi alla libertà di parola e promuovere di fatto agibilità politica incondizionata all’interno dell’Università a movimenti ispirati ad un’ideologia che si fonda sulla negazione della stessa libertà è semplicemente qualunquismo, indifferenza, mancanza di senso civico.
Crediamo sia necessario un immediato chiarimento da parte della Presidenza di Lettere e Filosofia, accompagnato da un doveroso pubblico riconoscimento del grave errore di valutazione commesso. Solo in questo modo pensiamo sia possibile il riscatto dell’Università e quello, anche personale, di un Preside le cui capacità non sono messe in discussione.
Chiediamo a docenti, ricercatori e dottorandi di appoggiare la nostra richiesta affinché tutti i Presidi di Facoltà, in osservanza ai primi due articoli dello Statuto dell’Università ed in accordo con le dichiarazioni del Rettore, sottoscrivano l’impegno a non concedere, da qui in avanti, ulteriore spazio ad organizzazioni o iniziative di stampo fascista.
Di seguito il testo da sottoscrivere:
Chiediamo che l’Università di Verona, luogo di formazione ed educazione fondato, secondo Statuto, sui principi della Costituzione della Repubblica Italiana, ripudi il fascismo in ogni sua possibile declinazione.
In particolare chiediamo ai presidi delle facoltà di Lingue e Letterature Straniere, di Lettere e Filosofia, di Scienze della Formazione, di prendere ferma e chiara posizione, con una dichiarazione pubblica e ufficiale, contro la concessione di spazi ad eventi ed organizzazioni che veicolino un’ideologia fascista, xenofoba, omofoba, violenta.
Chiediamo inoltre che venga dato immediato seguito a tali dichiarazioni, con un impegno ad inserire tali principi nello Statuto di Ateneo attualmente in elaborazione.
Studenti e Studentesse
di Studiare Con Lentezza
studiareconlentezza.noblogs.org