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12 febbraio | Aggressione squadrista all’Università di Verona

Febbraio 2013. Università di Verona.

In prossimità del Giorno del Ricordo, il collettivo studentesco Studiare Con Lentezza, in collaborazione con il gruppo Pagina/13, organizza un incontro aperto con la storica Alessandra Kersevan per contestualizzare e approfondire le vicende relative alle foibe e più in generale al confine orientale durante ed in seguito all’occupazione fascista. Gli organizzatori, seguendo alla lettera il corretto iter burocratico necessario, ottengono con largo anticipo la sottoscrizione all’iniziativa dal docente di storia contemporanea Emilio Franzina e la concessione dell’aula 1.5 da parte del Direttore del dipartimento Tesis Gian Paolo Romagnani.

Venuta a conoscenza dell’appuntamento, vedendo minacciata la macchina mitologica attraverso cui, da diversi anni, vuole imporre un’unica lettura disciplinata di quei tragici eventi, la locale rete politica di matrice filofascista si attiva per fare annullare l’incontro. Martina Poli, rappresentante universitaria di Blocco Studentesco, allarma alcuni referenti politici istituzionali della sua organizzazione:

Vittorio Di Dio, consigliere comunale per la Lista Tosi. Ex Pdl con forti legami con la destra sociale e i movimenti identitari. Lo stesso che, nel Maggio del 2012, rivolgendosi ai protetti di Casa Pound, li invita a “presentare il conto” nelle strade agli oppositori politici; Andrea Miglioranzi, ex Msi, un passato da bonehead e da cantante del gruppo nazi-identitario Gesta Bellica, ora capogruppo della Lista Tosi in consiglio comunale e attivo nell’associazione “culturale” Fiamma Futura. Da Settembre 2012 è presidente Amia Spa del Comune di Verona; Giorgio Gugole, esponente della Lista Tosi per la quale nel 2013 è stato eletto in settima circoscrizione. Componente del Senato Accademico dell’Università di Verona.

La voce viene girata anche ai camerati amici/nemici di Forza Nuova e alla sua organizzazione giovanile Lotta Studentesca. Infine, si mobilita il sindaco stesso: Flavio Tosi, il mattatore dello spettacolino politico locale. Fattosi largo nella Lega Nord attraverso forti campagne di intolleranza in nome dell’ordine e della sicurezza, nel 2009 viene condannato in via definitiva per istigazione all’odio razziale. Costante punto di riferimento per fascisti e tradizionalisti cattolici.

In seguito alla conferenza stampa tenuta da esponenti di Casa Pound Italia, organizzata e ospitata in municipio dal consigliere Vittorio Di Dio, sui giornali e le reti televisive locali parte una vergognosa campagna mediatica che, attraverso ricostruzioni superficiali, faziose e diffamatorie, contribuisce all’identificazione di un nemico pubblico contro cui mobilitarsi.

La sera prima dell’incontro, il Rettore Alessandro Mazzucco, cedendo alle pressioni politiche ricevute, senza avvisare ufficialmente né gli organizzatori né il professor Franzina, annulla la concessione dell’aula e sospende l’iniziativa, premurandosi di comunicarlo immediatamente alla stampa.

Il giorno dell’incontro, gli organizzatori, venuti a sapere dai giornali dell’annullamento dell’evento, trovando illegittimo e inaccettabile l’atto censorio e autoritario del Rettore, decidono, insieme all’ospite e alle numerose persone accorse per partecipare all’incontro, di portare ugualmente avanti l’iniziativa. In mattinata tutte le aule del primo piano del polo umanistico sono state chiuse a chiave. La scelta ricade quindi sull’aula T4, l’unica ancora aperta e disponibile, liberatasi giusto in tempo al termine di un appello d’esame. Nel frattempo alcuni studenti si preoccupano di raggiungere il Rettorato per avvisare della presenza intimidatoria di un gruppo di circa 30 militanti di Casa Pound e Forza Nuova, provenienti anche dalle province limitrofe, appostati provocatoriamente all’ingresso dell’Università. Nonostante la gravità della situazione, viene loro risposto che il Rettore non sarebbe stato disponibile fino al giorno successivo.

Interviene il direttore amministrativo Antonio Salvini, che tenta da subito, con insistenza, di ostacolare l’avvio dell’incontro, senza dare peso alcuno alla minaccia rappresentata dall’assembramento di fascisti raggruppati nelle immediate vicinanze dell’aula. Senza cedere alle pressioni istituzionali e senza rispondere alla provocazione squadrista, studenti e studentesse danno inizio all’incontro con la storica. In tutta risposta viene immediatamente tolta la corrente all’aula. Gli studenti si riorganizzano collegandosi alle prese del corridoio, utilizzando una prolunga per garantire la proiezione dei documenti di supporto alla relazione. Alessandra prosegue la sua esposizione.

A quel punto il direttore amministrativo, in un patetico ed imbarazzante ultimo tentativo di interrompere l’iniziativa, ordina dal suo ufficio di togliere la corrente all’intero piano dell’Università, costringendo al buio tutte le aule ed i corridoi, aggravando di fatto la situazione di pericolo per le persone presenti nell’aula e negli altri spazi universitari. A circa 40 minuti dall’inizio dell’incontro, lasciati completamente liberi di agire, gli squadristi appostati all’ingresso fanno irruzione bardati all’interno degli spazi universitari, spintonando e travolgendo le persone che trovano sul loro percorso. Brandendo oggetti atti a offendere e gridando slogan, insulti e minacce, si precipitano verso l’aula tentando di sfondarne le porte, immediatamente chiuse e bloccate dall’interno appena colto il pericolo.

Nell’aula scoppia il panico. Studenti e studentesse si riversano nel giardino. Con loro Alessandra Kersevan e la figlia, Anita. A loro volta, anche gli squadristi, non essendo riusciti a sfondare dal corridoio, tentano un’incursione dal giardino costringendo i presenti a rifugiarsi nuovamente nell’aula. Solo dopo diversi minuti verranno allontanati dall’intervento roacmbolesco della polizia.

In merito all’episodio il Rettore Alessandro Mazzucco non ha mai espresso una parola di condanna nei confronti degli aggressori. Un complice, pesantissimo silenzio a cui sono seguiti provvedimenti ancora più vergognosi. Attraverso la richiesta di chiusura dello spazio studentesco autogestito del polo umanistico e l’annuncio di una commissione disciplinare interna, Mazzucco ha infatti implicitamente indicato come responsabili dell’accaduto le stesse vittime dell’aggressione, confermando allo stesso tempo agibilità politica ai fascisti e alle loro pratiche all’interno dell’università e del quartiere.

Azione squadrista, copertura istituzionale.

Un’ulteriore ricostruzione
http://beforetheyfall.blogspot.it/2013/02/incontro-sulle-foibe-squadrismo.html

Comunicato dell’assemblea antifascista del 13 febbraio

Comunicato sull’aggressione fascista

Comunicato di Alessandra Kersevan

Alessandra Kersevan: sulla vicenda dell’aggressione squadrista all’Università di Verona – 12 febbraio 2013

Rappresaglia
https://www.facebook.com/notes/studiare-con-lentezza/rappresaglia/493044497420184

Alessandro Mazzucco: a disposizione.

A disposizione